La seconda domenica di Maggio, prima del famigerato virus, era diventata per me da anni un appuntamento fisso al campo di calcio del Kl Pertusa, una squadra dilettantistica di Torino.
Il simpatico signor Falbo organizzava una festa di mamme e bambini e anche papà, fratelli, sorelle, nonni.
Mi ricordo che la prima volta ero rimasta stupita dal rituale che dava inizio alla festa.
Ogni bambino portava in dono una rosa rossa, attraversando un arco di palloncini, alla propria mamma, che lo aspettava seduta al fondo di questo percorso.
Poi si abbracciavano e io scattavo una foto di loro due assieme.
Poi dopo questa prima parte si disputavano delle partite amichevoli di 20 minuti circa l'una.
Infine si festeggiava tutti insieme facendo merenda con quello che le famiglie avevano preparato.
Un pomeriggio intenso per me che scattavo tante fotografie a tante persone.
Le stampe avevano successo e venivano acquistate e di questo avevo soddisfazione.
Ma fin dall'inizio è diventata per me una giornata molto profonda dal lato umano, poiché diventava una festa di tutti con la scusa che fosse per la mamma. Erano tutti molto gioiosi e rilassati. Lo sport per divertimento, il cibo condiviso, le famiglie che festeggiavano l'affetto reciproco.
Spero tanto che giornate così tornino presto. Mi mancano molto, dopo tutta la fatica mentale accumulata in questi mesi.
Non mi sono mai resa conto che non avendo più questi momenti li avrei bramati così tanto.
Però oggi che la mia mente ci ripensa sento una sensazione generale di speranza, e mi sento pervasa di ottimismo.
Dai che oggi ci credo.
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